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Alessio Lega - Resistenza e amore

 
RESISTENZA E AMORE E’
 
 
 
 
ALESSIO LEGA
 

 

 
di Giuseppe Iannozzi
 
 
 
 
 
Resistenza e Amore, o Resistenza è Amore. La canzone d’autore non esiste più, se guardiamo all’attuale panorama discografico giovanile: tolti i nomi di pochi cantautori storici (Francesco Guccini, Roberto Vecchioni, Francesco De Gregori, Franco Battiato…), ciò che ci rimane fra le mani è la ‘canzonetta modaiola’, che resiste in classifica per una stagione, ma che dice nulla e che nel nulla si estingue. Non sono mancati, per nostra fortuna, esempi eccellenti di cantautori impegnati come Fabrizio De André e Giorgio Gaber: le loro canzoni continuano ad esistere a dispetto delle mode e dei tempi, perché sempre sono attuali e nella musica e nei testi, nella poesia che esprimono. Preoccupante è che tra i tanti che oggi si provano a cantare non esistano cantautori impegnati: fa eccezione Alessio Lega che con “Resistenza e Amore” ha consegnato, senz’ombra di dubbio, alla musica e alla poesia un disco veramente resistente.
 
Alessio Lega è ‘il cantautore’ non semplicemente geniale, non semplicemente anarchico: è quel “cantautore” à la George Brassens che mancava e che noi tutti aspettavamo con impazienza. E’ - e non credo di peccare di presunzione critica - tutto quell’amore e quella resistenza che fu di Faber; però Alessio è Alessio, non un suo epigono o un semplice imitatore. Alessio dice di sé stesso: Alessio Lega è un nodo di sogni modesti e folli assieme. Ha l’ambizione di scrivere e cantare delle cose che a lui piacciono, ma che siano anche utili a qualcosa. È poco? È molto?” La risposta è affidata alla resistenza e all’amore che “sono” dentro il disco di Alessio, “Resistenza e Amore”. E non è poco, è molto.
Con “Resistenza e Amore”, finalmente, siamo di fronte al ritorno della canzone impegnata: tutti i testi e le musiche sono di Alessio Lega, gli arrangiamenti sono invece dei Mariposa. In tutto, undici brani intervallati da quattro sapienti essenziali frammenti. Scrive, giustamente, Giorgio Maimone, sul sito Brigate Lolli:Ma per complicare le cose il Lega, che se le va a cercare, ha scelto di non fare il disco da solo, ma di scegliere la strada, molto più accidentata delle “canzoni di Alessio Lega, suonate dai Mariposa e interpretata da lui medesimo” come dice la nota sul retro di copertina. I Mariposa (e apparirà chiaro a chiunque li conosca) sono quanto di più lontano possa esistere da una dimensione di chansonnier. Gruppo di “trovarobato musicale” si autodefiniscono. Fate conto, tra il Canterbury sound degli anni ‘70/80, la fusion, il progrock, folk e psichedelica. Fate conto: un incubo di Tom Waits, coi testi rivistati da Capossela non nei suoi momenti più sobri.”  E Lorenzo Flabbi, su Sguardomobile: “…Alessio mantiene ininterrotto il dialogo con la bella compagnia dei poeti che costituiscono il suo firmamento, limpido e complesso: un firmamento che costituisce “la mappa delle vie praticabili e da battere”, come nei Tempi beati di Lukács. Ogni autore, citato espressamente o meno, viene leghizzato attraversando i fori sottili d’uscita del meccanismo percettivo di Alessio: Baudelaire e Giudici, Vissotsky e Rimbaud, De André e Sciascia, Modigliani e Dylan, Caussimon e Ferré... L’elenco rischia di essere lungo e sconfinare la gabbia di Resistenza e Amore, ma l’assoluta e rivendicata non trasparenza di Alessio rispetto alla sua assimilata tradizione sembra davvero improntata alla massima di Cocteau per la quale Un artiste original ne peut pas copier et il n’à donc qu’a copier pour être original. Aspettiamo di vedere pubblicato un disco di cover di Alessio, per parlare di quanto questa sua personalità strabordante si concretizzi anche a livello interpretativo; meglio ancora sarà un disco di sole versioni italiane dalla canzone francese, in cui alla sua voce si sovrapponga quella felicità immedesimativa che gli consente di dire se stesso attraverso la scrittura mediata delle traduzioni. He do the police in different voices, avrebbe detto surcigliosamente Dickens, ribadito serissimamente Eliot.”
Aspettavamo un miracolo: è pienamente arrivato, ed è umano, è resistenza, è amore. Con Alessio Lega “Resistenza e Amore”, vincitore della Targa Tenco 2004 Opera Prima, il cantautorato italiano è risorto a nuova vita, a nuovo impegno poetico e sociale. Alessio non scrive canzonette né le canta. Siamo di fronte all’Arte, e usando le parole di Alessio, liberamente estrapolate dal testo de “L’arte”, “L’arte è assetata di tutto/ ma è già da mille anni che giace/ l’arte è qualcosa di brutto/ che in guerra ti parla di pace,/ che, in pace, vuole una guerra/ se è sola vuole l’amore,/ se lo ha lo sbatte per terra/ e quand’è in terra l’arte se ne muore...”
Alessio Lega unisce la poeticità arrabbiata di Faber e Brassens a quella romantica di Sergio Endrigo in una soluzione compositiva-musicale originale, così tanto originale che è impossibile non riconoscere nel cantautore la classe, la genialità, il talento. Brani come “Vigliacca”, “Dall’ultima galleria (Genova)” -  canzone per Carlo Giuliani, per ricordare i tragici accadimenti di Genova in occasione del G8 - , “Rachel Corrie” - alla memoria della pacifista inglese presa sotto a tradimento da un carro cingolato israeliano nella striscia di Gaza - sono la quintessenza della poesia leghizzata: tra i Credits, o meglio, Debits, Alessio ci avverte che “la canzone di Genova, Vigliacca e Rachel Corrie le ho commesse da recidivo e sono pronto a rivendicarle ovunque.” E in “Un’oasi nel deserto” (ispirata ad una canzone di J.R. Caussimon) la fragile potenza della poesia e della musica à la Endrigo: “Quelle donne capiscono in due ore/ Ciò che tu riesci appena ad intuire/ E già sognano ribelli un nuovo amore/ E a te resta vederle ripartire”.
“Resistenza e Amore” è tutto questo, è molto di più, perché, forse è vero, ognuno di noi è “Straniero” come canta Alessio nella più camusiana delle sue canzoni: “Sono venuto a ‘sta città/ Come straniero che non sa/ Come un insulto al cielo nero/ In questa pioggia ostile/ Lo stile fosco dell’età/ E la pietà per questa gente/ In tutto questo niente, il vento/ Che batte il mio pensiero/ E me ne andrò, io mi dicevo/ Di notte, come uno straniero/ Andrò davvero io non devo/ Niente a nessuno andrò leggero via.”
 
Il disco di Alessio Lega non è semplicemente un disco, è invece qualcosa che ci appartiene e che resta nel cuore e nella resistenza, è qualcosa che non si consuma dentro al codice penale, perché la Resistenza è Amore. Lorenzo Flabbi scrive: Salutiamo in Resistenza e Amore il primo album di un artista della nostra canzone d’autore. Ispirante almeno tanto quanto ispirato.” Io aggiungo: in “Resistenza e Amore”, con Alessio Lega il cantautorato italiano ha una nuova voce, originale, impegnata, ispirata, ha tutta quella sincerità espositiva di cui ogni uomo oggi ha bisogno… ha tutto l’amore e tutta la resistenza che fanno di un uomo un Artista.
 
 
 
Qui alcuni testi di Alessio Lega.
 
Qui alcune canzoni di Alessio Lega che si possono downloadare liberamente.
 
Qui il libretto di “Resistenza e Amore” in formato .pdf 
 
E Qui per richiedere il disco di Alessio Lega, “Resistenza e amore” con gli arrangiamenti dei Mariposa.
 
 

 

Alessio Lega - Resistenza e amore

Il sito ufficiale di Alessio Lega:

 http://www.alessiolega.it

 
 
 
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[ resistenza e amore ]
 

Richiedi il cd
 
 

Puoi acquistare il disco di Alessio Lega “Resistenza e amore” pagando EUR 14.50 (13.00 + 1.50 contributo spese di spedizione) sul conto corrente postale 46722195 intestato a Valter Colle specificando nella causale titolo e autore del disco. Copia della ricevuta va spedita al numero di fax 0432/582001.

Comunica l’avvenuto pagamento via mail scrivendo i dati necessari alla spedizione (nome, cognome, indirizzo, CAP, città) a questo indirizzo.
 
Il disco “Resistenza e amore” è comunque disponibile preso i maggiori negozi di dischi.
 
Segnalo anche che “Resistenza e amore” è disponibile anche alla Fnac.
 

 

 
Testi e musiche Alessio Lega
Arrangiamenti Mariposa
Enzo Cimino batteria e percussioni
Alessandro Fiori violino
Enrico Gabrielli fiati e wurlitzer
Gianluca Giusti piano e tastiere, basso sintetico
Rocco Marchi basso elettrico e chitarre
Michele Orvieti tastiere e suonini
Alessio Lega voce e chitarra
Produzione artistica Mariposa e Alessio Lega
Produzione esecutiva Trovarobato/Nota
Intervento consapevole della voce di Maria Elena Lega.
Interventi inconsapevoli di Pietro Gori, Rossini, Milly.
Registrato da Enzo Cimino al Magazzeno di Bologna tra il Luglio 2003 e il Marzo 2004
Mixato da Max Trisotto al Premaster.it di Padova nel Giugno 2004
Foto Sergio Giusti - entzauberung.org
Progetto grafico Rocco .... / Ekostudio
 
Concerti e promozione:
Trovarobato Produzioni e Concerti
promozione@trovarobato.com
www.trovarobato.com
 
 
 
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Alessio Lega - Resistenza e amore

 
LA BIOGRAFIA DI ALESSIO LEGA
 
(gentilmente rubata dal sito ufficiale di Alessio)
 
 
 

 

Alessio Lega inizia a scrivere canzoni nel 1985.
Fra il 1988 e il 1989 studia chitarra classica col prof. Carlo Chiappini, poi col prof. Amedeo Serra, abbandona comunque presto tali studi.
Esordisce in pubblico nel 1988, partecipando a concerti collettivi, facendo animazione in circoli culturali e librerie, o “piano bar” nei circoli ARCI, soprattutto con un repertorio di canzone d’autore italiana (Guccini, De Andrè, De Gregori) e di canzone popolare (canzoni salentine, napoletane, siciliane). Per dieci anni, comunque, l’attività concertistica si è mantenuta sporadica e con lunghe interruzioni. Nell’aprile del 1996 nello studio casalingo di Luca Tarantino incide in presa diretta quello che diverrà nel 2000 il suo primo demo: “Alessio ‘96”. Dal 1997 comincia a esibirsi in pubblico con una certa frequenza, in questo periodo soprattutto nei centri sociali, con un repertorio fortemente caratterizzato dalla militanza libertaria, da canzoni adattate in italiano da autori francofoni e da canti popolari a sfondo sociale.
Nel 1998 si esibisce al teatro S.Maria delle Grazie a Lecce con un recital solitario di oltre due ore, il suo repertorio, da questo momento si compone soprattutto delle sue canzoni e, pur conservando una piena coerenza coi suoi ideali, si allarga a temi esistenziali e lirici.
Un suo concerto (“il cantore dell’anarchia”) chiude il “luglio libertario” in Cascina Torchiera: facendosi testimone dei momenti molto difficili che il movimento anarchico vive, in conseguenza degli arresti seguiti alle indagini sugli attentati in Val Sesia, scrive “Mare Nero” e “Soledad Hermana”.
Nell’ottobre di quell’anno, con un gruppo di cantautori e poeti (Lorenzo Flabbi, Pier Adduce, Andrea Arrighi, Andrea Inglese, ecc...) fonda e partecipa a tutte le serate del Circolo musical poetico Léo Ferré di Milano, che, all’inizio avranno cadenza settimanale, poi si rarefaranno fino alla chiusura dell’esperienza (marzo ’99), il gruppo, che, fedele al suo “nume tutelare”, esplora i rapporti teatrali fra musica e poesia, sarà invitato a rappresentare spettacoli di sua produzione allo SGA di Arese, al festival della sinistra giovanile di Voghera, al Barrios Cafè di Milano.
 
L’attività di cantautore in proprio comincia inoltre ad allargarsi all’intero territorio nazionale (recital a Reggio Emilia, Genova, Firenze, Roma, Parma, ecc...).
Nel 1999 organizza e tiene il recital Passaggi di tempo (sia in versione collettiva che in solitario), dedicato alla memoria di Fabrizio De Andrè, in diverse parti d’Italia. Debutta ai cantieri teatrali Koreia di Lecce il recital in duo con Lorenzo Flabbi Poesia Necessaria. Inizia inoltre una serie di collaborazioni come critico musicale e storico della canzone d’autore con diverse riviste (Umanità Nova, A) e siti Online. Il testo di una sua canzone viene pubblicato sul libro “Musica droga e trance” di V.Ampolo e P.Fumarola per le ed. Sensibili alle foglie.
Comincia a studiare canto sotto la guida della soprano armena Ani Ballian.
Nel 2000 partecipa in febbraio al grande memorial nella “sala chiamata del porto” di Genova Io sono un principe libero e una sua canzone viene notata dal critico Guido Festinese che ne parla a lungo sul Manifesto. Si esibisce in apertura al VI Festival Léo Ferré di S.Benedetto del Tronto (dove tornerà due anni dopo accanto ad artisti del calibro di G. Paoli, J.P. Verdier, Gian Maria Testa, Paolo Fresu, ecc...). Altri recital di quell’anno sono Signora Miseria (con Mauro Macario a Genova) e soprattutto La musica delle parole (23/7/00 Alberobello) che inaugura il filone degli spettacoli basati sul rapporto fra canzoni, poesie messe in musica e testi recitati su accompagnamenti di melodie classiche. Comincia inoltre a collaborare col Canzoniere Sestese di musica popolare guidato dal ricercatore e trascrittore Ezio Cuppone. Nel libro “Il canto anarchico in Italia”, di S.Catanuto e F.Schirone ed.Zero in condotta, vengono inserite quattro sue canzoni. Partecipa al recital in memoria di M.L.Straniero al circolo ARCI Bellezza di Milano accanto a F.Amodei, F.Trincale, N.Svampa, U.Eco, S.Boninelli.  
 
 
 
 
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Intervista ad
 
 
 
ALESSIO LEGA
 
 
 
 
“RESISTENZA E AMORE
 
 
 
 
A cura di Giuseppe Iannozzi
 
 
 
 
 

Alessio Lega - Resistenza e amore

 

 

1. “Ah fortunato, in tutta questa assenza/ di quiete e di lavoro/ trovar la vena d’oro/ d’amore e resistenza.”: che cos’è la Resistenza in Arte? E in Amore?

 
È sempre la stessa cosa.
Woody Guthrie aveva scritto sulla sua chitarra “This machine kills fascists”. Io pure.

 

Woody Guthrie

 
 
2. Un modo un po’ bislacco, forse, per iniziare un’intervista, caro Alessio. Prima avrei dovuto chiederti di te, di te Cantautore, Poeta, Cantastorie. Lo faccio adesso. Chi è Alessio Lega? C’è differenza fra il Poeta e il Cantautore (o Cantastorie che dir si voglia)?
 
Alessio Lega è un nodo di sogni modesti e folli assieme. Ha l’ambizione di scrivere e cantare delle cose che a lui piacciono, ma che siano anche utili a qualcosa. È poco? È molto?
 
 
3. Questa è una domanda stupida ma necessaria: chi, o che cosa, ti ha maggiormente influenzato per essere il Poeta/Cantautore che oggi sei?
 
Da bambino m’influenzavo sovente, non andavo a scuola e restavo a casa a leggere e a sentire canzoni. Beata sia l’influenza!
Bambini, un solo consiglio: assentatevi spesso!
 
 
4. In “L’Arte”, canti: “L’arte è il sangue più tiepido/ non scalda né aiuta la gente,/ l’arte è il rifugio più comodo/ di chi non vuole far niente.” Caro Alessio, allora ti chiedo: credi che l’Arte possa essere anche proiettata nell’impegno sociale? o piuttosto è esclusivamente un impegno che l’artista prende con sé stesso, e con il pubblico quando c’è e se c’è?
 
Io non credo che il pubblico possa “non esserci”! Mi spiego meglio: è l’artista a non esistere. C’è un linguaggio, delle frasi, delle idee, una cultura, dei bisogni che circolano. Prendono forma, prendono molte forme. Fra le molte forme possibili c’è la canzone.
Ma non c’è il “dio” venuto da un altro pianeta che riversa sulle masse le verità rivelate. Queste stronzate tardoromantiche lasciamole ai creatori di divi da vendere e – possibilmente – da suicidare l’anno dopo!
Sono io lo spettatore di ciò che mi succede dentro e di ciò che mi succede fuori…le mie canzoni sono una specie di bollettino di questa tenera/dura guerra.
Oggi si confonde troppo spesso il pubblico col compratore di un biglietto, insomma col “cliente”. Io non voglio clienti. Certo per sopravvivere ho bisogno anch’io di due lire… ma quello che ho da dire non posso farlo misurare dal mercato. Le mie canzoni non sono in cerca di un pubblico, cercano persone che le portavano scritte nella loro testa da sempre e che le riconoscano quando le sentono.
 
 
5. Sul tuo sito (www.alessiolega.it) spieghi: “I testi delle canzoni, se proprio vanno letti, vanno letti con lo spirito con cui ci si avvicina a una sceneggiatura cinematografica: non sono il prodotto finito. Sono una specie di fotografia in bianco e nero di un quadro impressionista... “ Vorrei che ampliassi questo concetto, che lo dilatassi andando oltre il quadro impressionista. Musica e testi sono legati, ma in che modo?
 
La parola mi scatena l’acquolina in bocca, la parola mi eccita e mi prende come l’amore, ma non la parola scritta, proprio quella solubile nell’aria, quella che la dici e la stai già perdendo, quella cosa che “fa l’amore nella testa del popolo”.
La parola è musica, proprio di per sé. Questa musica è data dal gioco a rimpiattino fra senso e suono, che non capisci mai dove inizia l’uno e si nasconde l’altro. Per questo amo le canzoni, che, sciogliendo la poesia dalla sua prigione tipografica, la fanno volare liberata e libertaria.
 
 
6. Forse sbaglio, ma io sono dell’opinione che nella tua poesia in musica ci sia una forte componente che contesta la viltà del nostro momento storico. E’ vero?
 
Si, da una parte la viltà di chi si adegua, di chi, gli occhi socchiusi e le vele ammainate, dice che la battaglia di 150 anni di lotte operaie è persa. Manco l’avesse combattuta lui da solo!
Dall’altra contesto la burbanza dei mercanti che pensano di aver vinto loro e, armi in pugno, si sono presi il mondo. E ce lo vendono a peso. Quanto salario di tristezza…
Ma la vedremo! La comune non è morta.
"Há Sempre alguém que resiste/Há sempre alguém que diz não"
 
 
7. “Resistenza e Amore”: le canzoni sono state ri-pensate, arrangiate e prodotte insieme ai Mariposa. Questo lavoro, non da poco, che cosa ha significato? Quanto ti/vi ha impegnato/i?
 
Ci ha impegnato per un anno intero. Infatti l’hanno notato tutti che è un lavoro molto impegnato.
 
 
8. Leggo: “È un disco indispensabile, nel senso che intendeva Bertold Brecht, perché è un disco straordinariamente vario, fieramente inattuale, assolutamente nuovo. È un disco di canzoni d’amore che sembrano canzoni di rivolta.” Che cosa significa “canzoni d’amore che sembrano di rivolta”? Ma soprattutto: l’amore è - o può essere - anche sintomo o miccia per una rivolta contro l’amore stesso e contro l’odio che invade il mondo e, in molti casi, anche il nostro microcosmo personale?
 
Il Cosmo interno o esterno, non è mai “micro”, credo. Tutto il mio disco è un continuo rimescolio di temi sentimentali, esistenziali e rivoltosi, e, in questo, è quasi didascalico, quasi un manifesto.
La canzone cosiddetta “di protesta” mi ha insegnato molto, e non mi fa alcuna paura la “strumentalizzazione”: sono conscio dei rischi, ma preferisco pensare le mie canzoni travisate in uno strumento, in uno slogan da buttare in faccia allo stato, piuttosto che serbate come un inutile vaso attico nella teca di un museo.
Davanti a tanti intelligenti inutili preferisco correre il rischio di essere un utile idiota.
Di contro, nelle “canzoni di protesta” mi disturbano, talvolta, le ridicole minacce, l’impotenza nascosta sotto i proclami roboanti.
Tutta la violenza, verbale e no, che serve a rigettare questo mondo di merda non deve mai dimenticare di essere stata generata dall’amore e non dal rancore. È stato l’amore a insegnarmi la rivolta e, attraverso la rivolta, all’amore voglio tornare. La rivoluzione non è l’atto dei santi laici, ma degli edonisti fottuti.
 
 
9. Io ho incontrato la tua musica, la tua poesia con “Dall’ultima galleria”: è stata scritta per i tragici accadimenti di Genova quando il G8. “Io alle 17 e 30 del 20 luglio 2001 ero a nemmeno – l’ho scoperto alcuni mesi dopo tornandoci - trecento metri da Piazza Alimonda. ‘Tutto questo è vivo, non me lo hanno ucciso né con la distanza né con i vili soldati’.” Ascoltando questa canzone, ho detto fra me e me: ecco, finalmente, un cantautore con le palle. E lo penso ancora e più fortemente, e non solo perché “Resistenza e Amore” ha vinto la Targa Tenco 2004 Opera Prima. Non è una domanda specifica: solo vorrei - se ti è possibile - che spiegassi quanto strada hai fatto da quell’ultima galleria ad oggi.
 
Un cazzo di niente di strada fatta! Siamo ancora in quella galleria… anzi forse siamo ancora un po’ più indietro. Quando cantavo quella canzone le prime volte, e quando l’ho incisa per il singolo che conosci, il dolore si mischiava alla speranza, qualcuno s’era accorto di ciò che era successo, c’era un movimento…
Ma ora?
Chi sente la versione che abbiamo re-inciso per “Resistenza e amore” trova una canzone assai più dura, violenta, tragica…insostenibile quasi. S’è perduta la dimensione del pianto e ora è un selvaggio inno guerriero.
Allora credimi, dei premi in genere non mi frega molto, però alla targa Tenco ci tengo moltissimo perché conosco l’amore di quelli che fanno il Tenco. Però se mi venisse a tiro chi dico io la mia targa troverebbe il suo migliore utilizzo possibile nelle mie mani! Una targa che spacca la testa a un assassino! Un bel modo di penetrare la realtà con la poesia!
 
 
10. Come è stata operata la scelta, la scaletta, dei brani di “Resistenza e Amore”?
 
Tre canzoni d’amore, tre canzoni esistenziali, tre canzoni di lotta (più qualche scampolo).
 
 
11. Quale la necessità di “Resistenza e Amore”, in ogni senso?
 
Una sera mentre m’accompagnava, Marco Spiccio, pianista e medico (come Che Guevara era medico e guerrigliero) disse “La resistenza si misura in OHM”. Ora se pronunci OHM in francese (o anche in milanese) suona come uomini (hommes).
La resistenza misura gli uomini, in ogni senso.
 
 
12. La tua attività dal vivo, i concerti: com’è il tuo approccio, il contatto con la gente che viene a vederti, a sentirti cantare? Quanto è importante per te il contatto con il pubblico?
 
Io odio la sala di registrazione. Per me l’unica possibilità è cantare in pubblico. Il resto è un increscioso (anche se fortunato) incidente.
 
 
13. I tuoi progetti futuri: hai già idea per quando sarà il prossimo disco?
 
Beh, c’era intanto un progetto di canzoni sul tema della migrazione e del viaggio da fare a sei mani con la cantautrice torinese Isa e con Marco Spiccio alla direzione musicale, che era nato contemporaneamente a “Resistenza e amore” e che l’inatteso “successo” di quest’ultimo ha un po’ ritardato. Poi con il terzetto di musicisti che mi accompagna nel “Resistenza è amore tour”, cioè il compagno Rocco e il maestro Giusti dei Mariposa, e il merav. batterista Mimmo Mellace (già col Parto delle nuvole pesanti), sto mettendo in piedi uno spettacolo centrato sulle mie versioni italiane dei cantautori francofoni: i “classici” Brel, Brassens, Ferré e i contemporanei Renaud e Leprest. Nelle mie intenzioni questo lavoro vorrebbe trasformarsi in un disco. Insomma è come guardarsi indietro per cercare il futuro.
 
 
14. Ho dimenticato qualcosa? Sicuramente sì, quindi ti lascio libero di dire a ruota libera, rispondendo così a tutte quelle domande che non ti ho posto.
 
Non hai dimenticato nulla…e io se c’è qualcosa che voglio dire, in genere, lo dico in una canzone. È quello il mio modo di pormi delle domande.
Allora prendo questo spazio per dire: se vi va, ascoltate le mie canzoni. Non è affatto necessario comprarle. Copiatele, masterizzatele, scaricatele, cantatele; avrete non solo la mia approvazione, ma anche la mia gratitudine.

 

Alessio Lega - Resistenza e amore

 
Grazie, Alessio. Sei stato d’una pazienza infinita. Superare la mia inquisizione, per così dire, credo non sia stato facile. A te, il mio abbraccio più forte e sincero, con infinita stima ed amicizia.

 

 

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