NEW SHAKESPEARE

 

Valerio Evangelisti - Noi saremo tutto


 

NOI SAREMO TUTTO




“We have been naught, we shall be all.”


 

V
ALERIO EVANGELISTI
 
 
 
 
 
di Giuseppe Iannozzi
 





Valerio Evangelisti, (Bologna, 1952), ha vinto il Premio Urania con il romanzo Nicolas Eymerich, inquisitore, pubblicato da Mondadori. Sono seguiti, sempre presso Mondadori, Le catene di Eymerich (1995), Il corpo e il sangue di Eymerich (1996), Il mistero dell’inquisitore Eymerich (1996), Cherudek (1997), Picatrix, la scala per l’inferno(1998), Il castello di Eymerich (2000), Mater Terribilis (2002), Antracite (2003),  La furia di Eymerich (con disegni di Francesco Mattioli, 2003). Nel 1999 è stato edito sempre da Mondadori, in tre volumi, Magus - Il romanzo di Nostradamus (Trilogia di Nostradamus - Magus: Il Presagio, I Faraoni, Mondadori 1999; Magus. L'Inganno, I Faraoni, Mondadori 1999; Magus: L'Abisso, I Faraoni, Mondadori, 1999; Magus: Il Romanzo di Nostradamus, Oscar Bestsellers, Mondadori, Giugno 2000 - pubblicazione della trilogia in volume unico).
I romanzi di Eymerich sono tradotti in Francia, Spagna e Germania. Con Einaudi ha pubblicato Metallo urlante e Black Flag
Inoltre Valerio Evangelisti è autore di testi a carattere storiografico: Storia del Partito socialista rivoluzionario 1881-1893 (con Emanuela Zucchini), Cappelli 1981; Il galletto rosso. Precariato e conflitto di classe in Emilia Romagna 1880-1890 (con Salvatore Sechi), Marsilio 1982; Sinistre eretiche. Dalla banda Bonnot al sandinismo, 1905-1984, SugarCo 1985; Gallerie nel Presente. Punks, Snuffs, Contras: tre studi di storia simultanea, Lacaita 1988; Gli sbirri alla lanterna. La plebe giacobina bolognese dall'anno I all'anno V (1792-1797), Ed. Bold Machine 1991; Ed. Punto Rosso, 1999.
Ha pubblicato più di quaranta saggi su Il Mulino, Rivista di storia contemporanea, Quaderni sardi di storia, Quaderni emiliani, ecc., nonché quelli compresi in opere collettive.
Altre produzioni da segnalare: “Alla periferia di Alphaville. Interventi sulla paraletteratura”, l’Ancora del Mediterraneo, 2000; il dramma musicale “Tanit”, libretto di Marcello Fois e Valerio Evangelisti, liberamente ispirato a 'Il mistero dell'inquisitore Eymerich' di Valerio Evangelisti, musica di Fabrizio Festa, Rimini, Settembre 2000; il radiosceneggiato “La scala per l'inferno”, Radio Rai Due, febbraio-marzo 1999; il radiosceneggiato “Il castello di Eymerich”, Radio Rai Due, aprile-marzo 2000, Vincitore del LII Prix Italia per le produzioni radiotelevisive, sezione Fiction Seriale Radiofonica, Settembre 2000; il radiosceneggiato “La furia di Eymerich”, Radio Rai Due, settembre-ottobre 2001. Da segnalare inoltre “Il caso Battisti: l’emergenza infinita e i fantasmi del passato” (con Giuseppe Genna, Wu Ming 1 e altri; a cura della redazione di Carmilla), Nda press, 2004 e “Sotto gli occhi di tutti: ritorno ad Alphaville”, l’Ancora del Mediterraneo, 2004.
Valerio Evangelisti ha diretto per un decennio “Progetto Memoria - Rivista di storia dell'antagonismo sociale”. E' ora direttore editoriale di “Carmilla”, pubblicazione dedicata alla narrativa fantastica e alla critica politica. Collabora inoltre all’edizione francese de “Le Monde Diplomatique”. E’ presidente dell’Archivio Storico della Nuova Sinistra “Marco Pezzi” di Bologna.
 
 
Non me ne voglia Valerio Evangelisti se dico sin dall’inizio, a chiare lettere, che “Noi saremo tutto” è Letteratura. Ebbe a dire Oscar Wilde che “non ci sono libri morali o immorali, ma solo libri scritti bene o male”: e “Noi saremo tutto” è un romanzo scritto fortemente bene. Difficile, se non addirittura impossibile, dare un’etichetta qualsiasi al lavoro di Evangelisti: i suoi romanzi, sempre scritti con precisione chirurgica mai scevra di forti contenuti sociali e fantastici, accolgono tante commistioni di generi per generare un flusso narrativo omerico. Pur non volendo effettivamente mettere in gabbia lo stile di Valerio, di fatto l’ho fatto, però in una misura libera, indicativa: Valerio Evangelisti investe nella Storia e la reinventa, portando sempre avanti un esaustivo discorso di ragione critica.      
 
Eddie Florio, protagonista principale, di “Noi saremo tutto”, è un personaggio fondamentalmente disturbato quanto ambiguo, sempre in bilico sull’orlo del precipizio della sua identità, un’identità viscida e tirannica. La sua carriera di sindacalista inizia tra i portuali di Seattle, ma ben presto - grazie ad efferate manovre e viscidi compromessi - raggiunge una posizione di prestigio almeno tra quanti sono al servizio di Cosa Nostra. Eddie Florio è disegnato da Valerio Evangelisti con assoluto rigore: pagina dopo pagina, il personaggio cresce, s’espande. L’odio che sciorina nei confronti delle donne e del comunismo è un negro mostro che, giorno dopo giorno, si sostituisce a quella poca residua umanità che Eddie forse aveva quand’era giovanissimo e inesperto delle cose della vita. Attraverso un quadro documentale dell’America, l’America emerge e si lascia quasi assorbire completamente dentro i pori della pelle di Eddie Florio; una congerie confusa di genti si fa avanti: sindacalisti, industriali, donne amate-odiate, mafiosi, anarchici, politici prezzolati entrano tutti dentro le budella d’un paese che vive tempi di turbolenza sociale e politica. Eddie inizia la sua ascesa negli anni Trenta e la trascina di prepotenza fino alla metà dei Cinquanta: Florio non risparmia nessuno e per nessuno prova un solo sintomo di pietà, uccide senza pensarci su due volte e gliene frega niente se si tratta d’una donna o d’un sindacalista che gli sta sullo stomaco. Eddie è visceralmente sanguinario con le donne, quasi un bambino nel corpo d’un duce: le donne le tratta come burattini, le usa per i suoi scopi, poi le butta via consegnandole alla morte. Eddie non capisce né le donne né il comunismo: per lui sono entrambi due cose incomprensibili, nonostante sia frenetica la sua voglia d’entrare almeno un po’ dentro la loro anima. Ma non riuscendovi, solo instaura con loro un rapporto di mera violenza che, in molti casi, è fine a sé stessa. Eddie è così, un tiranno sanguinario che persegue un unico scopo: quello della sua ascesa. Non gli è difficile né negare il suo passato né quello della sua famiglia comunista: i pochi rapporti che intrattiene con quella che fu la sua famiglia sono drammatici e sempre sul filo del rasoio, e non manca mai di sottolineare quanto e quanto ha odiato il padre e le sue illusioni. Ad un certo punto fa finta di entrare al servizio dell’ILA, il sindacato più forte di San Francisco: con i boss delle imprese portuali comincia ad intrattenere loschi affari, e tra una delazione ed un’altra, Florio si fa un nome di sangue che incute paura a tutti. Sfrutta il comunismo e lo sottomette alla sua belluina brama di potenza, o almeno così s’illude che sia. Ha a che fare con donne giovani e belle e comuniste che puntualmente maltratta con feroce sadismo: Eddie è l’uomo, il bambino sanguinario, il povero stronzo senza né pietà né pentimenti o rimorsi. La Storia si consuma sulle strade americane, tra i disgraziati portuali di San Francisco, di New York, di Seattle. Ma alla fine un passo falso lo fa anche un impiastro come Eddie: un giorno mette gli occhi addosso alla nipote Benedetta: ha osato troppo. E Amanda, l’ex cognata, gliela farà pagare... Per Eddie inizia un calvario che non aveva preso assolutamente in considerazione.
 
Eddie Florio è il simbolo d’un tradimento sociale che si configura nella schiavitù del proprio desiderio, in un’impossibile affermazione sociale fondata esclusivamente sul conculcaménto dei diritti politici e umani: Florio investe la sua nulla anima nel comunismo, ma solo per giustificare il suo tornaconto personale, difatti non esita a tradire tutto e tutti. Questo duce ignorante, stupratore, assassino, amorale schiavista che persegue un finto ideale di libertà, è soprattutto il ritratto d’una vita, delle vite che hanno fatto, nel bene e nel male, la storia sulle strade americane.
“Noi saremo tutto” è il romanzo perfetto, la perfezione, la stessa che è in “New Thing” di Wu Ming 1. “Noi saremo tutto” è un romanzo epico, omerico, che solo la penna, che solo l’acuta intelligenza investigativa di Valerio Evangelisti poteva scrivere e consegnare alla Storia. E alla Letteratura, questa la forte tentazione che in qualità di critico vorrei gridare più violentemente, ma se lo facessi in maniera totale, assoluta, rischierei di diventare pure io - o perlomeno di passare per - un povero stronzo come Eddie Florio. Evito dunque d’urlare, però vi assicuro che “Noi saremo tutto” è tutto l’epico e l’omerico di cui noi, oggi e domani, abbiamo oggi.
 
 
Valerio Evangelisti - Noi saremo tutto - Collana: Strade Blu - Mondadori - Pagine 430 - ISBN 8804534230 - € 15.50
 


 
 

Valerio Evangelisti - Noi saremo tutto

 

 
 
NOI SAREMO TUTTO
 

 
 INTERVISTA
 

 
A VALERIO EVANGELISTI
 
 


 
 
a cura di Giuseppe Iannozzi
 
 
 
 
 

 
1. Carissimo Valerio, la fama ti ha giustamente arriso con il personaggio di Eymerich Inquisitore, poi sono nati altri personaggi, quelli legati al ciclo di Metallo Urlante, di Magus. Oggi con “Noi saremo tutto” - a mio giudizio il tuo romanzo più bello e complesso – par quasi che tu abbia abbandonato definitivamente la fantascienza, il gotico, il fantasy, a tutto favore di un fare letteratura lontano dalla narrativa di genere. E’ vero o è solo una mia impressione sbagliata?
 
E’ in parte vero – dico “in parte” perché “Noi saremo tutto” si apparenta al genere noir – ma non è una scelta definitiva. Sono pronto a tornare ai moduli del fantastico, se ciò che desidero comunicare lo richiede.
 
 
 
2. Perché proprio Eddie Florio, un malavitoso realmente esistito, per dar corpo a “Noi saremo tutto”?
 
Mi serviva, per la mia storia, un personaggio in cui il lettore non si potesse identificare. Ciò per portare in primo piano la vicenda vera del romanzo, che non è individuale, ma collettiva. Il sinistro Eddie Florio si prestava bene allo scopo. Io l’ho reso ancora più lercio di quanto sia stato nella realtà.
 
 
 
3. Esiste un sottile fil rouge che accomuna i personaggi di Eymerich, Pantera, Eddie Florio? E se sì, come si manifesta?
 
Sono tutti e tre degli asociali, ma in forma diversa. Eymerich è un personaggio negativo, certo, però con una sua grandezza. Il suo impulso primario è piegare tutti al suo volere, e sopprimere chi gli si ribella. Invece Pantera è un vero solitario. Non intende disciplinare nessuno, né cercare adepti per una causa qualsiasi. Non è nemmeno realmente negativo perché, pur ricorrendo spesso alla violenza, non la esercita mai contro innocenti, e anzi coltiva una sua idea di giustizia che finisce col costringerlo a schierarsi con i più deboli. Florio, da parte sua, somiglia al Male assoluto nella sua faccia più temibile: la mediocrità. Non è grande nemmeno nella perfidia e la giustizia non sa neanche cosa sia. Si arrangia con piccole malefatte quotidiane, senza altro scopo che soddisfare i propri istinti. In questo senso, somiglia di più a certi personaggi della realtà che viviamo di quanto non accada con Eymerich e Pantera.
 
 
 
4. “Noi saremo tutto” è la storia di Eddie Florio, dei sindacati in America, è un’indagine intorno al maccartismo?
 
E’ soprattutto una storia della classe operaia americana, delle sue glorie, delle sue sconfitte e delle sue contraddizioni. Il maccartismo non avrebbe vinto se la sinistra Usa non fosse già stata indebolita dai propri errori.
 
 
 
5. A tuo avviso, il maccartismo è oggi tornato ad ammonticchiare vittime su vittime? Perché? E dove?
 
Il maccartismo altro non è, nella sua essenza, che la lotta contro un nemico immaginario. Quando si impose negli Usa gli iscritti al partito comunista americano erano circa 80.000, ma gli indagati per simpatie comuniste furono quasi tre milioni. Una variante moderna del maccartismo è la cosiddetta “lotta al terrorismo”, con tutte le restrizioni alle libertà civili che comporta. In Italia, poi, viviamo una varietà domestica di questa paranoia, con un presidente del Consiglio che declama contro i comunisti, come se questi fossero acquattati ovunque, e un ministro degli interni che ogni tanto arresta gruppi di arabi scelti praticamente a caso, salvo doverli liberare poco dopo.
 
 
 
6. Eddie Florio, personaggio principale del tuo romanzo, ha un rapporto complicato con le donne: le disprezza e allo stesso modo disprezza il comunismo. Ma forse, più semplicemente, non capisce né le donne né il comunismo. Perché? E c’è - o potrebbe esserci - un rapporto allegorico fra comunismo e donne?
 
Agli occhi di Florio, in effetti, le donne sono entità misteriose e incomprensibili, che lui vorrebbe dominare senza mai riuscirvi. Con loro riesce dunque a instaurare un puro rapporto di violenza e nient’altro. In questo senso somiglia un poco a Eymerich, che le donne le teme addirittura. Il fatto è che l’ “anima femminile” (qualcosa che non appartiene alla singola donna, talora molto diversa, bensì alla loro collettività) è lontana dallo stile di vita artificioso e violento dei miei due personaggi. E Florio ignora allo stesso modo le radici del comunismo che, al di là delle sue evoluzioni storiche, proponeva forme di esistenza fraterna e di cooperazione tra esseri umani. Nulla di più lontano dalla sua visione belluina del mondo.
 
 
 
7. Nel romanzo si parla dei portuali di Seattle. Chi erano? chi sono?
 
Erano e sono tuttora uno dei settori più avanzati della classe operaia americana. Fin dagli anni Trenta conquistarono forme di collocamento che li sottrasse alla tragica precarietà del lavoro che svolgevano, e ancora oggi se le tengono ben strette – per quanto ciò strida col nuovo precariato che il capitalismo neoliberale cerca di imporre al mondo intero, sotto il nome seducente di “flessibilità”.
 
 
  
8. E’ giusto vedere (leggere) in “Noi saremo tutto” un’opera politicamente impegnata che mette in nuce i conflitti sociali di ieri, forse non troppo dissimili da quelli odierni?
 
E’ giusto, se io sono riuscito nel mio intento. Il legame tra passato e presente è dato da ciò che ho appena detto su precariato e flessibilità.
 
 
 
9. Da un po’ di tempo è in corso un infuocato dibattito intorno al romanzo popolare e alla letteratura. Provocatoriamente ma non troppo: “Noi saremo tutto” è letteratura? o piuttosto è un romanzo popolare? Perché?
 
Cosa sia “Noi saremo tutto” lo lascio decidere ad altri. Certi dibattiti li trovo sterili, perché si ripropongono a scadenze fisse. Vivente Balzac, si discuteva già se la sua fosse letteratura o romanzo popolare, senza peraltro definire bene dove stesse l’antitesi. E di recente la salma di Alexandre Dumas è stata trasferita nel Pantheon. Forse altrove, in Europa e nel mondo, si adottano criteri di valutazione meno restrittivi di quelli ancora predominanti in Italia.
 
 
 
10. Qual è la differenza - se c’è - fra letteratura, narrativa, narrativa di genere e romanzo popolare?
 
Questo è il punto: è difficile stabilire dove stia il crinale. C’è chi sembra pensare che la “letteratura” stia forzatamente al disotto di un certo numero di copie, che sia affidata a contenuti introspettivi, che dipenda dall’innovazione linguistica, ecc. L’esempio a cui ricorro più spesso, per fare capire la mia idea, è quello del cinema. Un critico che giudicasse John Ford un regista minore, perché girava western, sarebbe trattato da imbecille. Chi ha orecchie per intendere, intenda.
 
 
 
11. Già con “Antracite” definivi una storia fatta di lotte sindacali e di diffusa criminalità in una miscela esplosiva tra il gotico, il magico e il kafkiano; “Noi saremo tutto” potrebbe essere un ideale proseguimento dei temi già affrontati in “Antracite”?
 
Lo è, in certa misura. Ne prosegue il discorso su un’America alternativa, largamente sconosciuta, con una classe operaia in ebollizione. Personalmente, però, trovo “Noi saremo tutto” più riuscito. In “Antracite” tempi editoriali mi costrinsero a sacrificare alcuni capitoli e a lasciare solo abbozzati certi discorsi che avevo in mente. Con “Noi saremo tutto”, invece, ho potuto completare con calma il mio progetto.
 
 
 
12. La libertà di espressione, oggi è sempre più spesso negata, forse è soggiogata ad interessi politici. Esiste ancora la libertà di espressione, e in quali ambiti? Come si manifesta in “Noi saremo tutto” la libertà?
 
Senza voler drammatizzare, la libertà di espressione subisce oggi in Italia attentati pressoché quotidiani. Per fortuna, questi si concentrano sui media di maggiore diffusione, essenzialmente giornali, tv e radio, mentre per ora risparmia l’ambito letterario. Quanto a “Noi saremo tutto”, vi espongo in forma documentata un progressivo attacco alla libertà. E in quel caso chi lo conduceva erano in fondo liberali autentici, non post-fascisti o clerico-fascisti travestiti da liberali.
 
 
 
13. Scrivere un romanzo come “Noi saremo tutto” è una scelta politica e sociale? Mi spiego meglio: a tuo avviso la letteratura - o narrativa che dir si voglia - è anche una presa di posizione militante?
 
Può senz’altro esserlo, ma poi deve rimanere essenzialmente letteratura. Non credo nel romanzo-pistolotto, al servizio di una tesi ideologica o anche solo morale.
 
 
 
14. A tuo avviso, quanto e in che modo la letteratura può influenzare il pensiero e le azioni dell’uomo di oggi, di domani?
 
Nel passato, in qualche modo vi è riuscita. Nell’800 romanzi d’appendice come “I misteri di Parigi” o “L’ebreo errante” di Sue attirarono l’attenzione sulla condizione dei lavoratori. Nel ‘900 “Il tallone di ferro” di Jack London o “La madre” di Gorki formarono generazioni di rivoluzionari. Io stesso sono stato profondamente influenzato, anche sul piano delle mie scelte politiche, dai romanzi di fantascienza che leggevo negli anni ’60 o ’70. La letteratura può dunque avere un suo peso, sebbene trasformare il mondo non possa essere la sua finalità primaria. Circa il futuro, bisognerà tenere conto del fatto che oggi il narrare storie non è più affidato alla sola parola scritta, e che i veicoli di comunicazione si sono moltiplicati.
 
 
 
15. Tornerai a scrivere avventure incentrate sui personaggi di Eymerich e Pantera? Quali i tuoi progetti per il futuro?
 
Tornerò a Eymerich e Pantera, ma non subito. Non vorrei essere sospettato di cavalcare l’ondata di interesse verso il fantastico, l’esoterico, il “new age” attualmente in corso. Sto scrivendo un romanzo storico – e corale: ha molti protagonisti – sulla nascita del Messico moderno e sul suo legame di amore-odio con gli Stati Uniti, durante l’arco di un cinquantennio. Ancora un’indagine sulla realtà americana, insomma. Pantera vi apparirà, ma quale personaggio di contorno.
 
 
 
16 (?). E di Iannozzi, che ne pensi? Ovviamente ti puoi avvalere della facoltà di non rispondere.
 
Oltre che un amico personale, il “mitico” Iannox è la dimostrazione vivente delle potenzialità offerte dal web perché trovino ascolto voci libere e originali, svincolate da interessi e poteri. Non lo dico per piaggeria verso chi mi sta intervistando: è una verità elementare. Se poi una di queste voci ha con la letteratura un rapporto che definirei viscerale, be’, ciò non può che fare del bene a chi scrive per professione, sì, ma anche per passione. Trovare lettori onnivori e partecipi, sulla base di un comune amore di fondo, è una delle più grandi fortune che gli possano capitare.
 
 
 
17. Grazie Valerio, sei stato gentilissimo come sempre. Anche questa ennesima inquisizione da parte mia è stata portata a termine. ;-) Alla prossima, dunque.
 
Sarà sempre un piacere, malgrado ritardi indipendenti dalla mia volontà.
 
 
 
 

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