NEW SHAKESPEARE

 

 

GOTICO RURALE
 
 
 
di ERALDO BALDINI
 
 

 

 
di Giuseppe Iannozzi
 
 
 
 
 
Gotico rurale ha vinto il Premio Settembrini - Regione del Veneto
 
 
 
 

 

A distanza di anni leggendo il Pinocchio di Collodi non posso non provare un profondo terrore: Pinocchio non è un semplice burattino, è un burattino che vuole diventare bambino e quindi un 'umano'. Non c’è niente di peggio di esser un mortale in carne e ossa; terribile poi è il fatto quando l’anima, coi suoi mille dubbi, circa la sua reale esistenza viene a bussare, quasi distrattamente, alle pareti del cervello dove dovrebbe essere pacifico e sonnacchioso il nostro raziocinio: non sono pochi i casi di defezione nei confronti della ragione a tutto onor della pazzia per una fede, una qualsiasi, quella del momento storico in voga, e come tutto risultato la società sviluppa mostri-bambini che domani saranno spietati assassini o comunque un prete di periferia, un politico o un disoccupato disperato con moglie e bambini. Sì, direi proprio che Pinocchio è un horror di quelli sottili profondamente realistici: peccato che oggi i pochi sani di mente facciano di tutto per tornare ad essere dei burattini e, a giudicare dal momento storico che stiamo vivendo, direi con tutta onestà che ci riescono perfettamente, anzi direi che nutro il dubbio che per tutta la vita non abbiano voluto esser altro che dei burattini di carne e una anima usa & getta.
Il noir è da sempre stato intrigante nella letteratura ma anche nella vita quotidiana, spesse volte troppo piatta perché non si senta il bisogno di evadere dalla realtà per rifugiarsi in un mondo fantastico, inventato, frutto della nostra immaginazione o di quella altrui; ognuno di noi nutre delle paure ataviche e tutti attendiamo che qualcuno ce le spieghi magari con una bella storia che ci terrorizzi ma che al contempo ci disponga a riflettere.
Eraldo Baldini ha raccolto nel volume dal titolo “Gotico rurale” alcuni dei suoi migliori racconti noir: il risultato è di tutto rispetto tanto da meritare l’ammirazione di Francesco Guccini, che ha scritto la postfazione. Il problema è che forse ieri le storie si sapevano raccontare, oggi non più: e chi si prova a terrorizzarci per mestiere non può fare a meno di ricorrere ai clichè e agli americanismi stilistici di Stephen King e Dean Koontz, riuscendo a scucire al massimo una smorfia di disgusto sul volto del lettore. “Gotico Rurale” ha il grande pregio di raccontare per il semplice gusto di raccontare: con uno stile limpido, asciutto, Baldini ci conduce per mano fuori dal nostro salotto invaso dalla cacofonia di un televisore sempre acceso e ci restituisce alle nostre paure ataviche, quelle che, per dirla tutta, ci spingono a provare ancora emozioni in un mondo dove sempre più spesso sono bandite o per motivi di lavoro o per mancanza di tempo o per un qualsiasi altro umano motivo. Il soprannaturale di Eraldo Baldini non ha bisogno di presentarsi al lettore con effetti speciali; le storie nascono con spontaneità, un pozzo, un fatto di cronaca creduto dimenticato, una leggenda popolare, sono gli spunti principali per dar corso ad una storia che trascina il lettore dentro le sue paure più riposte, le paure innocenti di quando si era bambini per scoprire che in realtà poi tanto innocenti non si era.
“Gotico rurale” di Eraldo Baldini non ha pretese intellettuali ed è per questo che non manca di affascinare lettori esigenti e distratti: insomma Baldini non ci racconta bugie, semmai fa confessare nel segreto confessionale della nostra intimità che il naso lungo ce l’abbiamo tutti anche se ricorriamo alla rinoplastica: forse riusciamo a nascondere quello che consideriamo esser un difetto fisico, ma la chirurgia moderna, per fortuna, non è riuscita ancora ad asportare la coscienza sporca che coviamo dentro e con quella, prima o poi, dovremo fare i conti, tutti, nessuno escluso. C’è di che aver veramente paura…
 
 
Disponibilità:
 
Gotico Rurale – Eraldo Baldini (postfazione di Francesco Guccini) – Frassinelli – 170 pp. –  12,65
 
Gotico Rurale – Eraldo Baldini - Frassinelli Paperback - 2004 - €. 8,40
 
 
 
 
 
Intervista a
 
 
 
ERALDO BALDINI
 
 
 
 
(Correva l’anno 2002 quando intervistai
Eraldo Baldini per Cartaigienicaweb)
 
 
 
 
A cura di Giuseppe Iannozzi
 
 
 
 
 

 

E' da tempo che seguo la tua carriera letteraria con molto piacere: sei uno dei pochi scrittori italiani, a mio giudizio, che con poesia riesce a mettere a nudo quel mondo interiore della nostra società sempre più spesso votata al male… Che cosa è il 'male' a tuo giudizio?
 
Se qualcuno potesse dire con una certa precisione che cos'è il Male, ecco che l'enorme carica potenziale del Male stesso comincerebbe a disinnescarsi. Ma io non conosco nessuno che possa dirlo. Tutti pensiamo di sapere cos'è, in molti si accaniscono a volerci raccontare da dove nasce, e perché. Ma nessuno ci riesce davvero. C'è un Male che si annida nella metà oscura di noi: ma quella metà è, appunto, oscura, e non è per niente facile sbirciarvi. C'è forse un Male che esiste fuori dall'uomo, eterno, distante e indifferente come gli "dèi ciechi e idioti" raccontati da Lovecraft. Di questo, è meglio non parlare.
 
Il tuo ultimo romanzo, BAMBINE, è forse diverso dai tuoi lavori precedenti: per la prima volta ho letto un Eraldo Baldini che non ha paura di sacrificare gli aspetti propriamente noir del genere per rivolgere la sua attenzione alla delicatezza dei sentimenti. Il risultato è un grande romanzo, una prova di rara maestria dove i sentimenti sono i veri protagonisti di questa tua ultima fatica. Perché oggi si ha tanta paura a parlare apertamente dei propri sentimenti se non ricorrendo ai soliti clichè?
 
Ogni storia è differente dalle altre, e va raccontata in modo appropriato. "Bambine" racconta di una
vicenda nera e terribile, ma tenendola sullo sfondo. I veri protagonisti sono, come dici giustamente, i sentimenti: quelli di chi, direttamente o indirettamente, è colpito da ciò che di brutto sta succedendo. In "Bambine" l'affetto, la malinconia, la paura, la tenerezza, l'angoscia vengono acuiti e trasformati dagli eventi: è questo che volevo raccontare, perché a qualsiasi vicenda di cronaca nera corrisponde una tempesta di emozioni che vanno al di là del puro succedersi degli eventi.
 
Tu scrivi perché ami scrivere e i clichè ti hanno interessato poco o niente, tanto da attirarti le simpatie di un grande cantautore italiano come Francesco Guccini. BAMBINE è un romanzo forte perché ricco di genuini sentimenti, è un lavoro sofferto di notevole pregio. Come mai hai scritto un romanzo così forte e delicato allo stesso tempo? Cosa (o chi) ti ha fatto maturare l'idea di dar vita a un noir tanto originale che - e forse qui erro! - brucia di romanticismo nero francese?
 
Ti svelo un piccolo segreto: molti del personaggi di "Bambine" sono veri, e non solo creazioni letterarie (la piccola Chiara - non si chiama così nella realtà - oggi ha tredici anni, ed è una bambina felice), per cui anche certi sentimenti raccontati sono reali. Questo ha reso allo stesso tempo più facile e più difficile scriverne. Si dice che uno scrittore, per essere efficace, dovrebbe evitare l'autobiografia o comunque il raccontare troppo di sé e della propria anima, mantenendo distacco. Questo secondo me è vero, ma "una tantum" si può fare una eccezione. In "Bambine" io mi sono in parte raccontato, e ho messo in scena alcune vicende ed emozioni per me reali ed importanti: per questo dalle pagine traspare molta emotività.
Tieni conto che "Bambine" è stato il mio primo romanzo (è stato pubblicato la prima volta nel 1995 per un piccolo editore), e gli esordi sono spesso segnati dalla tentazione e dal bisogno di raccontare un po' di sé.
Hai usato per questo mio lavoro l'aggettivo "sofferto": è indovinato. Sofferto come una seduta di psicanalisi...
 
Quando lessi Faccia di Sale per la prima volta rimasi letteralmente senza parole: non ho potuto fare a meno di pensare che fra le mani non avevo un semplice libro, fra le mie mani avevo un esempio di altissimo pregio poetico, un capolavoro da far invidia a Léo Malet se fosse stato ancora in vita. Oggi, leggendo BAMBINE, l'emozione che ho avuto è stata la stessa, seppur il tuo stile è decisamente quello di uno scrittore maturo: come e quanto è cambiato l'Eraldo Baldini di Faccia di sale rispetto a quello di BAMBINE?
 
Come ti ho detto prima, la scrittura di "Bambine" è precedente a quella di "Faccia di sale", quindi non vi si può trovare maggiore maturità, ma solo un diverso approccio. In "Faccia di sale" c'è il distacco (inteso in senso positivo, proficuo) dello scrittore che si sente padrone della materia e di ciò che racconta; in "Bambine" no, è quello che racconto ad essere padrone di me. Sono quindi due diversi modi di immergersi nella scrittura, e danno due risultati differenti (spero buoni entrambi...)
 
Il tuo penultimo romanzo, Terra di nessuno, già preannunciava una svolta di cambiamento nel tuo stile: ti sei confrontato per la prima volta con gli orrori della guerra, o meglio, con quei sentimenti che la guerra produce nell'animo di chi è stato costretto a subirla e a farla suo malgrado… Come sei riuscito a penetrare nella psicologia di quei reduci non reduci avvolti da una sorta di sogno/incubo? Sei ancora uno scrittore decisamente giovane, ma la tua profondità espressiva non ha eguali e la tua arte, spesse volte, ti porta ad affrontare argomenti che non hai vissuto in prima persona, eppure riesci perfettamente a descrivere situazioni che per altri sarebbe impossibile tratteggiare con realismo. Hai un segreto?
 
No, semplicemente cerco di ascoltare molto, di "conoscere" le cose prima di cercare di descriverle. Per quanto riguarda "Terra di nessuno", ad esempio, prima di iniziare a scrivere ho letto molte lettere e diari di soldati e reduci, quotidiani dell'epoca, libri; e poi ho messo a frutto i sofferti racconti di mio nonno, che quella guerra la visse in prima persona in modo drammatico. Il resto fa parte dell'essere narratore: è il tentativo di riuscire a calarsi anche in situazioni ed emozioni che non si sono vissute direttamente.
 
BAMBINE è un romanzo delicatissimo: dubito che altri sarebbero stati in grado di trattare l'argomento della violenza sessuale sui bambini con poesia così come tu hai fatto superbamente. A tuo giudizio, perché i bambini nella nostra società moderna sono sempre le vittime innocenti preferite dal male?
 
Non credo siano le vittime preferite dal male, che in qualche modo può colpire tutti: semplicemente sono le vittime più indifese.
 
Giunto alla fine di BAMBINE la mia sorpresa è stata grande: sembra quasi che il romanzo sia stato troncato, eppure è un lavoro finito. Rileggendolo ho poi compreso… Oggi, purtroppo, il romanzo è diventato in molti casi simile ai polizieschi televisivi: se non c'è il colpo di scena, non piace. Insomma, a dirla tutta, ho l'impressione che molti romanzieri italiani per vendere non disdegnano di scrivere delle sceneggiature sullo stile Grande Fratello: tu invece non ami i colpi di scena preconfezionati. E' vero? Perché questa tua scelta di non dar corso a colpi di scena secondo la moda imperante stile Maresciallo Rocca?
 
In ogni vicenda criminale e nera, ciò che accade coinvolge molte persone, cambia e sconvolge la loro vita, magari per sempre, a prescindere da chi è il colpevole, a prescindere dal fatto che il tutto si concluda o meno con un arresto, con una "soluzione". Credo che la narrativa debba avere il coraggio di affrontare questa ottica, di privilegiare a volte l'aspetto "umano" rispetto a quello degli oliati meccanismi del giallo classico, che non sempre sono "sinceri".
 
Chi, a tuo giudizio, oggi è ancora capace di scrivere un romanzo? Hai dei modelli a cui fai riferimento?
 
Per fortuna sono molti, oggi, che sanno scrivere un romanzo... ma non chiedermi di fare nomi, non lo ritengo opportuno. Modelli di riferimento veri e propri non credo di averne: leggo molto e guardo tanto cinema, trovo del buono in tante scene e in tante pagine, ma alla fine cerco di essere principalmente me stesso.
 
Cosa ne pensi dell'attuale momento storico che la politica italiana sta attraversando? Io trovo che il terzo millennio è caduto nell'abisso di un nuovo medioevo sociale: la tua opinione è…
 
Mah... la mia opinione è, prima di tutto, non così importante. Comunque sono, come molti, davvero perplesso, a volte spaventato dalla piega che hanno preso certe cose in Italia. Spero che gli scrittori possano fare la loro parte.
 
I tuoi progetti futuri… qualche anticipazione giusto per solleticare la curiosità di quanti ti stimano e come scrittore e come uomo. So che presto sarà disponibile in libreria un altro tuo lavoro: puoi dire qualcosa circa SCUOLABUS che uscirà per i tipi della Frassinelli?
 
Non so ancora quando uscirà questo romanzo. E' una storia abbastanza diversa dalle altre che ho scritto, nel senso che non ha nulla di "noir". Il protagonista è un trentenne in crisi che fa l'autista di scuolabus, e che intreccia le proprie vicende umane con quelle dei bambini che porta a scuola ogni giorno. E' un modo per raccontare aspetti e problemi della nostra società, oltre che per soffermarsi ancora una volta sull'universo dell'infanzia.
 
Un'ultima domanda: a chi consiglieresti di leggere BAMBINE? Perché?
 
Credo che "Bambine" sia veramente un libro per tutti, che può essere adatto anche a chi non ama particolarmente il giallo e il "noir, perché è, almeno nelle mie intenzioni, qualcosa di diverso.
 
Grazie Eraldo Baldini per averci regalato ancora una volta grandi emozioni.
 

 

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